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Marilotti: “Un’Europa federale e non confederale”

C’è bisogno di un’Europa federale, non confederale. Intervento del Senatore Gianni Marilotti durante la discussione successiva alle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi

Ascolta l’intervento sulla web tv del Senato della Repubblica.

Trascrizione dell’intervento del Senatore Gianni Marilotti (EUROPEISTI – Maie – CD)

Signor Presidente del Consiglio, il Gruppo Europeisti conferma il voto di fiducia all’Esecutivo da lei diretto, in piena coerenza con l’impostazione che aveva caratterizzato le nostre posizioni a sostegno del Governo Conte.

Con il suo programma ancorato ai valori della tradizione europea, lei ha conseguito già un risultato che sembrava impossibile: quello di portare gli euroscettici a rimettersi in gioco in una prospettiva europeista. Credo che questo chiarimento sia un bene per l’Italia, soprattutto se ci convinceremo tutti che la difesa degli interessi nazionali passa per il rafforzamento dell’istituzione europea, senza il quale il futuro del nostro Paese sarà più incerto. Noi siamo per un europeismo dinamico. Se guardiamo al lungo cammino intrapreso, pur tra alti e bassi, ci rendiamo conto che con il mercato unico è cresciuto anche uno spazio pubblico europeo. È cresciuta l’Europa dei diritti, la fiducia soprattutto da parte dei giovani che si sentono oggi, grazie agli anni della formazione scolastica, cittadini europei, oltre che del proprio Paese.

Eppure, dobbiamo riconoscere che accanto agli importanti traguardi raggiunti sono tante le incompiute che impediscono ancora oggi all’Unione europea di giocare un ruolo da protagonista nello scenario globale. C’è bisogno di un’Europa federale, non confederale; il diritto di veto va quanto prima superato a favore di un governo europeo che governi con garanzie per tutti, a partire dai Paesi dell’Eurozona.

Avere una moneta senza un vero governo europeo non è più possibile; troppe le criticità emerse in questi due decenni, a partire dalle politiche fiscali disomogenee e da un debito pubblico che viaggia a velocità variabili. Arrivare ad una fiscalità europea e a un debito europeo non è più un tabù, ma una concreta necessità; ne va della coesione interna, ne va della solidarietà e dunque della competitività dell’Europa. Così come pensare ad aumentare sensibilmente il bilancio dell’Unione significa pensare ad una politica estera e di difesa comune. Quanto ci costano in termini di credibilità e competitività politiche estere contraddittorie. Il Next generation EU è un risultato importante; dobbiamo rendere stabile questo approccio, trasformando la misura da straordinaria in prassi ordinaria.

Abbiamo un’occasione importante per affrontare questi temi e, su nostro impulso, imporli all’agenda europea: mi riferisco alla Conferenza sul futuro dell’Europa fortemente voluta dal presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che avrebbe dovuto iniziare i lavori lo scorso anno, ma che a causa della pandemia è stata rinviata al 9 maggio 2021. Gli obiettivi della Conferenza sono straordinariamente in sintonia con quelli del suo Governo: sostenibilità, transizione ecologica, sfide sociali, innovazione, competitività e trasformazione digitale; valori, diritti e libertà fondamentali; ruolo internazionale dell’Unione europea. Credo che questa Conferenza si proponga di rivitalizzare il processo europeo, rafforzare lo spazio democratico e promuovere il miglior funzionamento dell’Unione europea, attraverso il coinvolgimento diretto dei cittadini a tutti i livelli, delle istituzioni europee e nazionali e degli enti locali.

Concludo, signor Presidente, con l’auspicio che, nel definire le misure del recovery plan, si tenga conto delle esigenze del Mezzogiorno d’Europa e delle realtà insulari, come la Sardegna. I problemi sardi non sono assimilabili a quelli del Mezzogiorno, ma sono legati all’insularità, con costi energetici superiori e costi per i trasporti (e per le infrastrutture legate ai trasporti) superiori. Credo che si debba approfittare di questa Conferenza per rilanciare le politiche euro-mediterranee, capaci di tracciare una nuova strada per lo sviluppo, in questa fondamentale area del mondo.


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